ISBN 9788842824824 pagine: 645
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John Berger

Ritratti

John Berger non sopportava di essere definito un critico d’arte. Lo riteneva un insulto. Eppure per tutta la vita ha continuato a descrivere i suoi incontri con l’arte, le epifanie di fronte a un dipinto o una scultura, i viaggi immaginari negli atelier in cui un’opera veniva pensata e realizzata. Poco importava che quegli incontri assumessero le sembianze di un romanzo, una poesia o un saggio; non si trattava di critica, ma di narrazione nel senso più antico del termine: una voce che racconta ciò che gli occhi hanno visto e le mani toccato, un ascoltatore che riceve in dono un’esperienza e uno sguardo, e infine uno spazio da condividere. 

Se non è critica, questo volume non è neppure un canone o una storia dell’Arte – anche se prende avvio dalle pitture rupestri e termina oltre Basquiat –, perché per John Berger tutti gli artisti ospitati nella sua scrittura sono ancora vivi e presenti: sono vivi gli ignoti pittori della Cueva de las Manos, che migliaia di anni fa portano nel profondo della terra il vento, il tuono, il dolore e i luoghi remoti; è vivo Rembrandt, per cui l’abbraccio è sinonimo di pittura; è viva Frida Kahlo, che dipinge con la sua stessa pelle; è vivo Matisse, mentre fa cozzare i suoi colori come cembali di una ninna nanna; ed è vivo Picasso, che dipinge sulla tela una bestemmia. 

Ritratti è la raccolta più completa degli incontri di John Berger con i suoi artisti: dai pugnaci scritti militanti degli anni cinquanta a quelli più recenti e pensosi, molti dei quali inediti in Italia. Del resto, che per Berger un ritratto fosse un incontro, lo ha chiarito nel descrivere un suo stesso disegno: «A poco a poco la testa sulla carta si è fatta più simile alla sua. Ma ora sapevo che non le si sarebbe mai avvicinata abbastanza, perché, come può capitare quando si disegna, avevo finito per amarla, per amare tutto di lei». Gli ottantotto ritratti di questo libro sono atti d’amore scritti con la stessa matita con cui era solito disegnare: ottantotto incontri fatti di approcci, cancellature e successivi ripensamenti, di colpi di fulmine immediati e laboriose riconciliazioni. Sono l’«inconsapevole diario di bordo» di un grande storyteller, l’autobiografia di un uomo attraverso ciò che ha osservato.


A cura di Tom Overton


Edizione italiana e traduzione a cura di Maria Nadotti




«Dopo aver guardato un’opera, lascio il museo o la galleria in cui è esposta e provo a entrare nell’atelier in cui è stata creata. Parlo tra me e me, e mi rivolgo all’artista che forse conosco, o che magari è morto da secoli. 

Ogni tanto c’è una visione che lascia tutti e due a bocca aperta – come capita davanti a una rivelazione.»

John Berger

John Berger (Londra, 1926 - Parigi, 2017) è stato giornalista, pittore, critico d’arte e scrittore. Con il romanzo G. (Neri Pozza, 2012) ha vinto nel 1972 il Booker Prize. Il Saggiatore ha pubblicato Questione di sguardi (2015), Perché guardiamo gli animali? (2016), Smoke (2016), Sul guardare (2017), Sul disegnare (2017), Ritratti (2018), Paesaggi (2019), E i nostri volti amore mio, leggeri come foto (2020), Fotocopie (2021).

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Antinomie
28 gennaio 2021
Arte e narrazione. In mezzo, la vita. Brevi note su 'Ritratti' di John Berger
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02 dicembre 2019
John Berger, scritti d’arte
Il Tascabile
27 novembre 2019
Ritratti, o del sublime senza tempo
Cultweek
21 ottobre 2019
Ha ancora senso la critica?
Il Fatto Quotidiano
19 marzo 2019
Andare in moto e guardare il mondo con occhi d'artista
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15 febbraio 2019
I ritratti di John Berger, una lezione di metodo
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02 febbraio 2019
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01 febbraio 2019
Berger: per parlare d'arte occorrono parole nuove
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24 gennaio 2019
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30 dicembre 2018
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