ISBN 9788842825999 pagine: 285
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Maurice Blanchot

Il libro a venire

Proust e Artaud, Musil e Hesse, Joubert e Rousseau: questi alcuni degli autori scandagliati nel Libro a venire. Qui Maurice Blanchot affronta di petto le questioni primarie della scrittura: l’oscura esigenza di scrivere e la morte a cui è condannato ogni autore – quella cui si consegnò Blanchot stesso –; l’antica necessità di mettere l’infinito in una parola e la lotta contro il demone della vocazione; l’incontro con l’immaginario e lo scontro con le leggi segrete del racconto; la metamorfosi del tempo in spazio narrativo e l’insufficienza del linguaggio; il dolore della lettura e l’incomunicabilità della critica letteraria. 

Soprattutto affronta la domanda ineludibile: dove va la letteratura? Blanchot prova a immaginare la morte dell’ultimo scrittore, col quale sparirebbe il piccolo mistero della scrittura. Non è improbabile: l’era senza parola è già stata e sarà ancora realtà. Un’epoca in cui non solo non esisteranno nuove opere, ma sarà vieppiù impossibile rifugiarsi nelle antiche, perché i signori di quel tempo decreteranno il rogo della Biblioteca di Alessandria, di tutti i libri e di tutti i saperi. Allora l’arte sarà morta, e sorgerà una nuova dittatura. 

Oppure verrà il Libro: quello premeditato da Mallarmé nel 1866, che Blanchot descrive come un libro a più facce – una rivolta verso il Nulla, un’altra verso la Bellezza. Un libro senza autore, impersonale. Un libro assente, che poggia sul riconoscimento dell’irrealtà, che non sussiste davvero, non si può tenere in mano: un passato inconsumato e un avvenire impossibile. Un libro senza lettore. 

Raccolta di brevi saggi pubblicati a partire dal 1953 sulla Nouvelle Revue Française sotto il titolo «Recherches» e apparsi in volume nel 1959, Il libro a venire è fedele alla propria ispirazione originaria: mantenere aperta la ricerca in quel territorio in cui trovare è mostrare tracce e non inventare prove. Frutto dell’età aurea della letteratura, della critica e della filosofia francesi del Dopoguerra, è un’opera che sa nominare l’innominabile, dotata di una forza che supera passaggi di secolo, mutamenti sociali e tecnologici, declino delle arti. Il capolavoro di uno dei massimi teorici novecenteschi della letteratura, che non cessa di parlarci.


Traduzione di Guido Ceronetti e Guido Neri




«Dove va la letteratura? Domanda sorprendente, ma ancora più sorprendente è il fatto che una risposta c’è, e facile: la letteratura va verso se stessa, verso la sua essenza, che è la sparizione.»

Maurice Blanchot

Maurice Blanchot (Quain, 1907 - Le MesnilSaint-Denis, 2003) è stato un romanziere, critico letterario e filosofo francese. Il Saggiatore ha pubblicato Lo spazio letterario (2018), Il libro a venire (2019), Passi falsi (2020) e La scrittura del disastro (2021).

scopri di più sull'autore

Rassegna stampa

Maurice Blanchot Il libro a venire
Il Foglio
11 aprile 2020
Il ritorno di Blanchot, mistico e oscuro
Avvenire
17 gennaio 2020
Lo strappo di Blanchot
Alias - Il Manifesto
29 dicembre 2019
Il segreto della letteratura secondo Blanchot
Il Giornale
20 ottobre 2019
Maurice Blanchot, il critico da (ri)scoprire
Tuttolibri
12 ottobre 2019

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