L’obiettivo di sradicare la povertà è per la prima volta concretamente alla nostra portata. Eppure un miliardo (un miliardo!) di persone patisce ogni giorno cercando di sopravvivere, e dieci milioni di bambini all’anno muoiono di fame. Gli abitanti del mondo sviluppato sono di fronte a una scelta decisiva: per non voltare le spalle a un quinto della popolazione globale dovranno diventare protagonisti della soluzione. Oggi la nostra risposta è non solo insufficiente, ma anche moralmente indifendibile. Lo conferma Peter Singer – uno dei cento uomini più influenti della terra secondo Time – in Salvare una vita si può, attraverso argomenti etici, provocazioni intellettuali, esempi illuminanti, dati puntuali e casi emblematici. Ma Singer non si limita alla critica, propone un cambiamento rivoluzionario e pragmatico nel nostro modo di sentire, pensare e agire per eliminare l’estrema povertà nel mondo. E lo fa con un libro che sa essere contemporaneamente un coraggioso atto d’accusa, un lucido manifesto per una nuova etica solidale e un programma «ragionato» in sette punti – dalle iniziative filantropiche personali all’attivismo sociale, a scelte quotidiane minime – che noi tutti possiamo responsabilmente mettere in pratica senza intaccare il nostro benesse
Peter Singer è professore di bioetica presso il Centro per i Valori Umani dell'Università di Princeton. Ha raggiunto la fama con la pubblicazione di Liberazione animale (nuova edizione Net, 2003), divenuto il testo di riferimento per il movimento animalista internazionale. È autore, fra gli altri, di Ciò che ci unisce non ha tempo. Una famiglia ebrea nella grande Vienna (il Saggiatore, 2005), Scritti su una vita etica. Le idee che hanno messo in discussione la nostra morale (Net, 2004), I signori delle mosche. L'uso militare dei bambini nei conflitti contemporanei (Feltrinelli, 2006). Nel 2005 la rivista Time l'ha annoverato fra le cento personalità più influenti della scena mondiale.
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