Sono passati sessant’anni da quando, nel 1948, l’esodo palestinese in Libano ha acceso la miccia di un intricato conflitto politico-religioso che ancora oggi non si placa. Da allora il Libano ha smesso di essere il dolce paese dei cedri e degli ulivi, per diventare una terra di dannazione eterna, affogata nel sangue delle sue numerose comunità confessionali. Siria e Israele lo hanno invaso e ne hanno fatto il campo di una battaglia fratricida: profughi e civili trucidati senza pietà, città più volte assediate, bombardate e martoriate, esodi biblici mossi dal terrore.
Continui attentati sanguinari hanno incrinato la fragilissima democrazia libanese. Da sempre testimone diretto di quegli eventi, Robert Fisk ripercorre la storia di una nazione martirizzata e del suo popolo, di una catastrofe politica e militare che l’irragionevolezza delle grandi potenze non ha mai saputo e voluto evitare. Scritto da quello che il
New York Times ha definito l’inviato di guerra più famoso al mondo, Il martirio di una nazione fonde reportage di guerra e analisi politica, diario personale e affresco storico, in un’epica e sconvolgente narrazione che scava nel passato alla ricerca delle radici del dramma libanese
Robert Fisk
Robert Fisk (1946-2020) è stato corrispondente da Beirut per l'Independent. Definito dal New York Times l'inviato di guerra più famoso al mondo, è stato l'unico giornalista occidentale ad avere intervistato Bin Laden (tre volte) e uno dei pochi a parlare arabo perfettamente. In Italia i suoi articoli sono apparsi su laRepubblica, l'Unità e Internazionale e i suoi libri sono bestseller in tutti i continenti.
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