Pierre Bourdieu
Pierre Bourdieu (1930-2002) è una delle figure più incisive del pensiero contemporaneo. Filosofo di formazione, durante il servizio militare in Algeria, in piena guerra di indipendenza, si converte al mestiere di sociologo, meno prestigioso ma più adatto alla sua esigenza di conciliare teoria e ricerca empirica. Contro gli steccati tra specialità e discipline, persegue una concezione unitaria della scienza sociale e l’elaborazione di una teoria antropologica generale, che muove dalle acquisizioni delle principali tradizioni teoriche occidentali (Per una teoria della pratica, Il senso pratico, Meditazioni pascaliane, Il dominio maschile). L’esigenza di riflessività lo porta a dedicare le sue ricerche ai microcosmi che ha attraversato e alla sua relazione con essi: il Béarn natio, l’Algeria, la società francese còlta in diversi momenti (La distinzione, anni sessanta e settanta; La misère du monde e Le strutture sociali dell’economia, anni ottanta e novanta), il sistema di insegnamento (I Delfini, La riproduzione, Homo academicus, La noblesse d’état), i campi culturali (Le regole dell’arte, La fotografia, L’amore dell’arte, Il mestiere di scienziato). Ha analizzato la sua traiettoria in Questa non è un’autobiografia. Dalla fine degli anni ottanta, allarmato per l’affermazione del pensiero unico neoliberista, mette in atto una concezione originale dell’impegno intellettuale, una “Realpolitik della ragione”, intesa come azione “specifica” e “collettiva”.
Di Pierre Bourdieu abbiamo pubblicato:
A proposito Di Pierre Bourdieu:
La cultura letteraria, spazio dei possibili e di una economia del disinteresse
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18 marzo 2022
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