Le città crescono, si modificano e si disperano. Da tutto il mondo richiamano persone e attenzione, in un vortice potente di connessioni, individui atomizzati e gruppi sociali, fra strade e palazzi. Nello spazio urbano si concentrano frustrazioni, sogni e sofferenze: il dolore si fa tangibile. Quale felicità è possibile immaginare? Il Centro studi sofferenza urbana (Souq) racconta le contraddizioni della riflessione sociologica attuale sul disagio metropolitano, oltre che pratiche virtuose e nuovi paradigmi dal mondo. E prova ad affrontare il tema dello stare bene, osando un confronto autentico sul concetto di felicità, restituendo dignità alla sua dimensione privata e pubblica, e all’inscindibile legame morale e politico tra benessere individuale e benessere collettivo. Per il terzo anno consecutivo si rinnova la collaborazione tra Souq e il Saggiatore: l’annuario spinge lo sguardo oltre l’esperienza dei singoli e indaga la dimensione intersoggettiva della fragilità umana; senza limitarsi a descrivere, analizza i dati secondo due traiettorie: l’uomo nella sua città, ricercatore di benessere – che, per sfuggire all’alienazione, prova a reinventarsi in continue nuove identità, spesso senza trovare risposte esaurienti – e la città per l’uomo. Dalle ecologie della sofferenza sociale negli spazi urbani alle difficoltà di accesso alla giustizia dei migranti, dal confronto tra diverse culture e diversi periodi storici all’analisi della tratta delle donne e del fenomeno migratorio dei rifugiati, Souq 2012 mette al centro la persona, chiave di volta di una città vivibile, perché la città non vive se non è luogo di relazioni di prossimità e di responsabilità civile.
Centro studi sofferenza urbana (Souq) nasce a Milano, presso la Casa della carità, dall’esperienza dello psichiatra Benedetto Saraceno e di don Virginio Colmegna, che ne è l’attuale presidente. Tra i suoi obiettivi, creare una rete internazionale di persone, strutture e competenze intorno al tema della sofferenza urbana, e promuovere il confronto culturale allo scopo di organizzare forme di resistenza attiva.
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