ISBN 9788842818847 pagine: 232
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Igino Domanin

La legge di questa atmosfera

«In un romanzo visionario, intercalato da riferimenti alla musica pop e alla realtà attuale, l’autore mescola l’abilità saggistica alle capacità di narratore. [...] Inoltre Domanin, al secondo romanzo, conferma alcune sue belle tensioni: nelle reazioni fisiche dei personaggi, irrisolti con il proprio corpo, e nel racconto del confine tra utopia e ciarlataneria. Tutto all’ombra del fascino inquieto della rovina e del primitivo, con cui ci si trova sorpresi a fare i conti». Alessandro Beretta, La Lettura Milano. Il Teatro degli Arcimboldi crolla sotto gli occhi attoniti di un’immensa folla. Un camion bomba colpisce il bersaglio, l’assessore alle Attività produttive, curiosi, giornalisti, passanti assistono alla distruzione. Le esplosioni si sviluppano senza tregua, i cornicioni si staccano come polpa dalle ossa. I boati e i lampi deflagrano mentre aerei da caccia sganciano missili a breve gittata sull’obiettivo. Tra nugoli di polvere, un’enorme voragine si apre là dove si faceva cultura, mentre altoparlanti amplificano il frastuono. Non resta niente. La struttura è collassata, la terra implosa. Non si tratta di un attentato terroristico, ma del primo evento organizzato in Italia da Sandro Arrigoni, architetto di fama internazionale, il teorico delle rovine. La Arrigoni S.p.A. si occupa di demolizioni programmate e creative di luoghi altamente simbolici; in tutto il mondo le cave ciclopiche create da quelle distruzioni attraggono curiosi e turisti, mentre persone ambiscono ad abitare in quei non-luoghi, desiderosi di abolire agi e consumi e gabbie della civiltà precedente: nuova teoria architettonica o impensabile esperimento sociale? Non se lo chiede Marco Riva, talentuoso Event Show Organizer milanese, che vorrebbe sfruttare gli scenari architettonici proposti dall’archistar come location. Solo dopo essere stato convocato da Arrigoni alla riunione segreta in uno studio nel ventre della terra, Riva inizia a intuire l’intrico di complotti che coinvolge assessori comunali, donne efebiche, molli segretarie, rabdomanti, filosofi e un neurologo francese dal nome altisonante, sinistramente somigliante a Sandro Arrigoni. Con La legge di questa atmosfera, Igino Domanin, tra i più sofisticati narratori di questi anni, disegna alla perfezione una vicenda emblematica con riferimenti espliciti a De Lillo e Houellebecq, arricchendola allo spasimo di sfondamenti: il destino dell’uomo occidentale in mano alla tecnica, un’epoca in cui si contagiano l’arcaico e il futuribile, la crisi deflattiva e l’abbondanza svergognata, l’urlo preverbale della scimmia antenata insieme all’astrazione e alla canzonetta pop (il testo tracima di citazioni che vanno dai Righeira a Battiato, da Martino al Celentano citato dal titolo). Un cortocircuito di memoria, in cui riconosciamo tessere del nostro immaginario e del nostro passato, proprio nel momento in cui attraverso la letteratura si liquidano la Storia e il Futuro.

Igino Domanin

Igino Domanin, filosofo e romanziere, ha pubblicato i racconti Gli ultimi giorni di Lucio Battisti (peQuod), il romanzo Spiaggia libera Marcello (Rizzoli), i saggi Apologia della barbarie (Bompiani), Filosofi a dell’ipertesto (Apogeo) e Il Web sia con voi (Mondadori).

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