Per almeno tre o quattro millenni, e certo in lunghe epoche precedenti, l’arte del fabulare è stata protagonista della vita sociale dell’umanità. Ulisse intrattiene la corte di Alcinoo con il racconto delle sue incredibili avventure; secoli più tardi, i preti condiscono i loro sermoni di aneddoti, mentre un paggio legge nottetempo romanzi cavallereschi alla sua signora per divertirla in attesa che torni il signore lontano, in crociata; il vecchio contadino inganna le serate invernali con racconti di eroi, magie e avversari soprannaturali, e le bambinaie narrano ai pargoli la fiaba di Raperonzolo; in tempi più recenti, nei fumoirs dei vagoni letto e delle navi e attorno alle tavole dei banchetti fiorisce l’aneddoto orale di un’età nuova. Nella Fiaba nella tradizione popolare Thompson, maestro di folclore, esamina il campo della fiaba tramandata di generazione in generazione, per iscritto o oralmente. Rileva l’importanza della tradizione favolistica sia come forma d’arte vitale per la civiltà e base della narrativa letteraria, sia come sostanzioso indice socioculturale. Passa in rassegna le grandi fiabe popolari di tutto il mondo, con la loro storia, la loro diffusione e le loro varianti, dall’antichità classica all’Italia di Straparola e del Pentamerone di Basile, dall’Irlanda all’Estremo Oriente, fino ai miti degli indiani del Nordamerica. Tipi ricorrenti del folclore letterario come l’ammazzadraghi, la principessa nella torre, la borsa magica, o motivi tradizionali come i tre baci che rompono l’incantesimo, il bimbo sostituito, le prove imposte al pretendente vengono analizzati con un sistema organico e rigoroso che a tutt’oggi rimane il punto di riferimento universale per lo studio della fiaba, e che proprio da Thompson prende nome. La fiaba nella tradizione popolare, che il Saggiatore ripubblica con la preziosa traduzione di Quirino Maffi, è dunque un’opera fondamentale e un giacimento inesauribile per comprendere e apprezzare la fiaba. Di ogni tempo e a ogni età.
Stith Thompson (1885-1976) è stato professore all’Indiana University di Bloomington. A lui si deve il monumentale Motif-Index of Folk-Literature (1932-1936, seconda edizione ampliata 1955-1958), sei volumi universalmente considerati la pietra miliare sulla fiaba nella tradizione popolare.
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