ISBN 9788842819097 pagine: 240
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Pier Aldo Rovatti

Un velo di sobrietà

Uno sguardo filosofico sulla vita pubblica e privata degli italiani

Nel novembre 2011, dopo un anno tormentato per l’Italia e per il mondo, Silvio Berlusconi cedeva la leadership politica a Mario Monti, nuovo capo del governo. Una svolta, nel bene e nel male. È stato allora che negli atteggiamenti pubblici e privati degli italiani si è imposta una nuova sobrietà, in opposizione alla consolidata barbarie. In Un velo di sobrietà, Pier Aldo Rovatti rielabora gli editoriali scritti per Il Piccolo di Trieste, più di sessanta «scene» suddivise in quattro sezioni tematiche: «La cattiva politica e quella buona», «Capitale umano», «Dentro la vita quotidiana», «Quale cultura». Con l’arma affilata della critica filosofica, Rovatti commenta gli eventi che dal maggio 2011 all’ottobre 2012 hanno segnato la realtà italiana e non solo. Dalla vittoria elettorale di Giuliano Pisapia a Milano alla spending review, al rigore dei ministri-professori; dal caso Lusi al neopopulismo di Beppe Grillo. E ancora, il naufragio della Costa Concordia; il corteo degli indignati a Roma nel 2011, sfociato in guerriglia urbana; i terremoti geologici e quelli finanziari; il limbo dell’università riformata; la medicalizzazione come modello diffuso; le nuove sfide della genitorialità; l’immagine femminile a lungo mercificata e svilita. Affrontando temi come questi, Rovatti promuove un uso non disciplinare della filosofia, che si concretizza in una pratica di lettura e scrittura per frammenti, a creare pause di riflessione nel flusso concitato della cronaca. E, seguendo la bussola di un’etica minima – «una soglia sotto la quale non è tollerabile scendere» –, lascia emergere il profondo disagio intellettuale e materiale che nel nostro paese ha investito la classe politica, il mondo della cultura, i giovani e la vita quotidiana. Un declino che il fragile velo di sobrietà non è riuscito a celare.

Pier Aldo Rovatti

Pier Aldo Rovatti ha imparato la fenomenologia attraverso le lezioni di Enzo Paci, a Milano. Dalla metà degli anni Settanta dirige la rivista “aut aut”. Nel 1983, insieme a Gianni Vattimo, ha proposto il “pensiero debole” su un reading che ha poi fatto il giro del mondo. Per più di trent’anni ha insegnato Filosofia contemporanea a Trieste, dove attualmente dirige una sua Scuola di filosofia. Per il Saggiatore ha curato, tra l’altro, il volume Il coraggio della filosofia. “aut aut”, 1951- 2011 (2011).

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