Autentico caso editoriale, Onania, trattato anonimo pubblicato all'inizio del Settecento, decretò l'ingresso ufficiale dell'onanismo nella storia del pensiero moderno. Sulle tracce dell'ipotetico autore, Thomas W. Laqueur svela l'immenso successo commerciale di questo testo, a metà tra pruderie e farmacopea popolare: copiato e plagiato in tutta Europa, il volume, summa di paure, sensi di colpa e logiche morali, trasformò un esercizio segreto e privato in un termometro sociale. Trascurato dalle prescrizioni di Galeno, relegato tra i peccati minori dai predicatori medievali, promosso a disputa filologica dai cabalisti, in età moderna l'autoerotismo ha interpretato ruoli diversi: soggetto anticlericale per libelli libertini, elemento di antropologia del quotidiano nei testi dei primi viaggiatori, pratica scongiurata dalla
morale borghese del XIX secolo. Fino alla consacrazione, nel secolo scorso, a paradigma evolutivo per la psicoanalisi, e a emblema di liberazione del corpo e del sé nelle rivendicazioni del movimento femminista e nelle performance di artisti contemporanei.
Protagonisti di questa storia in due tempi, dall'antichità a Onania e dal Settecento a oggi, sono filosofi, letterati, pittori, da Aristotele a Freud, da Agostino a Jean-Jacques Rousseau, da Greuze a Vito Acconci, qui presentati nella veste insolita di interpreti del peccato di Onan.
Un saggio documentato in modo impeccabile, che è anche una provocazione. Il racconto, ad alta voce, di un segreto a lungo taciuto.
Thomas W. Laqueur insegna storia all'Università di Berkley (California) e scrive per le riviste Representations e Sexualities. Ha svolto lavoro di ricerca presso le fondazioni Guggenheim e Rockefeller, il National Endowment for the Humanities e il National Humanities Center. Il suo saggio L'identità sessuale dai greci a Freud (Laterza, 1992) è ormai un classico.
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