Sangue sull'altare

Il buio di una chiesa. Il rito sacro, l’odore di incenso. Le ombre, la luce fioca delle candele. Fuori l’aria bruciata dal sole del Sud. Silenzio. Una ragazza di sedici anni sembra essersi dissolta. Svanita nella nebbia della calura di fine estate. È la mattina del 12 settembre 1993 e lei si chiama Elisa Claps. La sua famiglia non resta inerte, cerca la verità, ricostruisce i fatti, ossessionata dall’incontro di Elisa con Danilo Restivo, un ragazzo poco più grande di lei con l’inquietante abitudine di tagliare ciocche di capelli alle donne. Gli anni passano, le ricerche della polizia e della famiglia Claps sono ferme in un vicolo cieco, sviate da false prove – avvistamenti, soffiate e depistaggi. E Restivo, indagato, è inspiegabilmente protetto: dal padre, notabile di Potenza, dal parroco della chiesa, custode di altri segreti, e da quel medico che si dice abbia stretto rapporti con la criminalità locale. Novembre 2002. Bournemouth, Inghilterra. Un minuscolo edificio di mattoni rossi in una fila di case tutte uguali. Un vialetto di ghiaia bianca, piccole conifere in vaso, grondaie macchiate di ruggine. Il cancello di ferro nero coperto dai rami di salice. Il portone, il salottino, la radio accesa, il bagno. Il corpo della quarantottenne Heather Barnett riverso sul pavimento, orrendamente mutilato, con ciuffi di capelli tra le dita. La polizia interroga la vicina, Fiamma Marsango e Danny, il suo convivente, conosciuto in chat e arrivato sei mesi prima dall’Italia. All’anagrafe, Danilo Restivo. Nel marzo 2010 i resti di Elisa Claps vengono rinvenuti, occultati, nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza: le tessere del puzzle iniziano finalmente ad andare al loro posto. Tobias Jones, affascinato dai misteri e dalle contraddizioni del nostro Paese, abbandona il Somerset per addentrarsi nel profondo Sud italiano e con spirito polemico e acuto scandaglia i fatti che hanno inchiodato per diciassette anni spettatori e lettori. Sangue sull’altare non è solo la cronaca di un’indagine, è anche la risposta indignata di un giornalista straniero al silenzio sceso su uno dei più emblematici delitti italiani. È la denuncia del ruolo omertoso della Chiesa. È un affresco del cuore nero della Basilicata, terra aspra, di gente dura, chiusa e combattiva.