ISBN 9788842818946 pagine: 176
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Cesare De Marchi

Nove storie storiche

Svegliata di soprassalto da frastuoni di metallo, rombi di vampa, urla di ribelli. Bombardata dalle palandre del Re Sole. Conquistata dagli austriaci, con le teste rasate e le uniformi impeccabili. Terra di nobili e mercanti, di idealisti e faccendieri, di patrioti ed espatriati. Genova. Porta del Mediterraneo. È lei la città che presta le sue strade, le sue piazze, i suoi quartieri a questi nove racconti in cui le vicende della grande Storia – remota e recente, eroica e vergognosa – irrompono nella vita dei singoli e la stravolgono. Di questi singoli abbiamo dimenticato i nomi, di alcuni non li abbiamo mai saputi: servitori dalla penna faconda, medici che inventano rimedi a malanni inesistenti; adolescenti che abbandonano la sicurezza borghese della casa paterna per inseguire il futuro, la libertà, gli ideali. O giovani che, in un modo o nell’altro, sono entrati nei libri, come i fratelli Ruffini, Giovanni e Jacopo, che correvano per le trottatoie di mattoni rossi e lungo i muri di cinta imbiancati di calce fina casa del loro amico d’infanzia, Giuseppe Mazzini, a discutere della fatalità di progresso della storia; come il conte Gian Luigi Fieschi, cospiratore che voleva morto il Doria, nobile avvolto prima dalle lenzuola e dalle bianche braccia della signora Campodonico, sposa d’un altro, poi dalle alghe della Darsena, affogato per il peso della propria corazza. Il mondo non è mai gentile con loro, a volte per crudeltà, altre per indifferenza: qualcuno si arrende, qualcun altro – non importa quanto ammaccato, quanto dolorante – stringe i denti e va avanti. Queste Nove storie storiche disegnano il corpo collettivo di una nazione in cerca di riscatto: dalla congiura cinquecentesca alla lotta per l’indipendenza, dai rovesci della Prima guerra mondiale alla rinascita dopo la Seconda, dalle speranze giovanili del Sessantotto a Tangentopoli. In primo piano gli individui, uomini che al peso ereditato dell’esistenza vedono aggiungersi, improvviso e a volte insostenibile, il peso di quei grandi eventi estranei — la cosiddetta Storia — da cui non trovano riparo. E se alle loro reazioni, irriflesse, velleitarie o senz’altro stupide, qui non viene risparmiata l’ironia, non manca però mai di vibrare per tutte le pagine del libro un’intensa e sincera pietà umana. Con la consueta intelligenza narrativa e con la sua scrittura aperta ai minimi trasalimenti dell’esistere, Cesare De Marchi dà vita a personaggi e vicende che si dipanano per altrettante stazioni della nostra storia.

Cesare De Marchi

Cesare De Marchi (Genova, 1949) ha trascorso la prima giovinezza nel capoluogo ligure e ha compiuto gli studi a Milano, laureandosi in filosofia; nella città lombarda ha vissuto fi no al 1995, allorché si è trasferito in Germania, dove attualmente risiede. Prima di questa ha pubblicato due raccolte di racconti e sei romanzi, tra cui Il talento, con cui nel 1998 ha vinto il Premio Campiello e il Premio Comisso, e La furia del mondo, per cui nel 2006 ha ottenuto i premi Frignano e Dessì; da ultimo L’uomo con il sole in tasca (2012). Oltre che come narratore, De Marchi si è fatto apprezzare anche per la sua attività di traduttore e critico, in particolare con il saggio Romanzi: leggerli, scriverli (2007).

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