Fin dalla sua prima pubblicazione nel 1975, questo libro è diventato il testo di riferimento per il movimento animalista. Ha rivelato a milioni di persone le atroci sofferenze che le industrie alimentari e cosmetiche impongono agli animali, risvegliando la consapevolezza dello specismo, uno dei più grandi pregiudizi nella storia dell’uomo. Ha convinto intere generazioni che porre fine allo sfruttamento delle altre specie e sperimentare nuovi sistemi di produzione alimentare sia una necessità improrogabile, anche per la sopravvivenza dell’uomo e la salvaguardia dell’ambiente. Se ancora permane una diffusa crudeltà istituzionalizzata verso gli animali, non è per indifferenza, ma per ignoranza: se tutti sapessero cosa avviene negli allevamenti intensivi, nei mattatoi e in alcuni laboratori, moltissimi rivedrebbero le loro convinzioni. Peter Singer, che negli anni ha costantemente aggiornato quest’opera, passa in rassegna la spaventosa realtà delle «fattorie industriali» e la spietatezza della vivisezione, spazzando via ogni falsa giustificazione e proponendo un coerente sistema etico e sociale antispecista, che riconosca a ogni essere vivente il diritto di non soffrire. Liberazione animale, ormai un classico dell’etica applicata, è un appello a estendere al nostro rapporto con le altre specie i princìpi di decenza, equità e giustizia: una lettura indispensabile tanto per i sostenitori dell’animalismo quanto per gli scettici.
Peter Singer è professore di bioetica presso il Centro per i Valori Umani dell'Università di Princeton. Ha raggiunto la fama con la pubblicazione di Liberazione animale (nuova edizione Net, 2003), divenuto il testo di riferimento per il movimento animalista internazionale. È autore, fra gli altri, di Ciò che ci unisce non ha tempo. Una famiglia ebrea nella grande Vienna (il Saggiatore, 2005), Scritti su una vita etica. Le idee che hanno messo in discussione la nostra morale (Net, 2004), I signori delle mosche. L'uso militare dei bambini nei conflitti contemporanei (Feltrinelli, 2006). Nel 2005 la rivista Time l'ha annoverato fra le cento personalità più influenti della scena mondiale.
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