ISBN 9788842818755 pagine: 281
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Lucilla Albano

Il divano di Freud

Mahler, l'Uomo dei Lupi, Hilda Doolittle e altri. I pazienti raccontano il fondatore della psicoanalisi

Nei quarant’anni compresi tra il Progetto di una psicologia e Analisi terminabile e interminabile, Sigmund Freud si dedicò, con assidua regolarità, a quel «lavoro lungo e faticoso» che fu la terapia analitica. Ebbe in cura decine e decine di pazienti – molti dei quali rimasti sconosciuti – che guardarono a lui come a un demiurgo, a un genio benefico, a un «grande padre magico» e onnipotente.

Questa è l’immagine di Freud che emerge, sia pure con diverso grado di idealizzazione, in tutti i testi qui raccolti: ricordi, memorie, diari, pagine autobiografi che dei pazienti, alcuni celebri e, per la maggior parte, allievi che dal maestro andarono in analisi didattica.

L’interesse di queste testimonianze, più che psicoanalitico, è storico e biografico. Nel loro complesso, forniscono un ritratto inedito di Freud, ripreso in primo piano dalla distanza ravvicinata che caratterizza, formalmente ed emotivamente, la relazione analitica. Insieme, delineano il quadro di una scienza nascente e di un movimento: quello, allora in espansione, delle Società di Psicoanalisi.

Gli scritti qui raccolti individuano anche, come suggerisce Lucilla Albano nell’introduzione, le possibili forme di una «quarta storia», la meno studiata: la storia che il paziente racconta a posteriori ad analisi conclusa, dopo aver ascoltato le interpretazioni dello psicoanalista e, nel caso, dopo la redazione del caso clinico. Quarte storie sono i «romanzi familiari e intimi» di Abram Kardiner, Theodor Reik, Hilda Doolittle; le memorie autobiografi che di Wilhelm Stekel, Bruno Walter, l’Uomo dei Lupi, Helene Deutsch; il ricordo en poète di Maryse Choisy; le relazioni scientifi che di Adolph Stern e Roy Grinker, le rifl essioni teoriche di Raymond de Saussure e Heinz Hartmann; i diari quotidiani di Anna Guggenbühl e di Ernst Blum.

Il divano di Freud fornisce un tassello fondamentale per conoscere il padre della psicoanalisi, attraverso lo sguardo di chi lo ha conosciuto nel vivo del suo lavoro terapeutico, dall’altra parte di quel famoso divano.

Lucilla Albano

Lucilla Albano è professore ordinario e insegna Interpretazione e analisi del film e Cinema e Psicoanalisi nella Laurea Magistrale del DAMS dell’Università Roma Tre, presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo. Si è occupata di storia e di teoria del cinema, di cinema e letteratura, di analisi testuale e, in particolare, del rapporto tra cinema e psicoanalisi. Ha collaborato con varie riviste, tra cui Filmcritica, Nuovi Argomenti, La Valle dell’Eden, La Psicoanalisi, Fata Morgana, Imago e American Imago. Le sue principali pubblicazioni sono: La caverna dei giganti. Scritti sull’evoluzione del dispositivo cinematografico (1992); Il secolo della regia. La figura e il ruolo del regista nella storia del cinema (1999 e 2004); Lo schermo dei sogni. Chiavi psicoanalitiche del cinema (2004); Ingmar Bergman, Fanny e Alexander (2009). Inoltre ha curato i volumi Il racconto tra letteratura e cinema (1997); Modelli non letterari nel cinema (1999), Cinema e psicoanalisi. Tra cinema classico e nuove tecnologie (2008 insieme a V. Pravadelli); John Ford (2011).

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